La preeclampsia: una sindrome dalle molte cause

Dalla placenta al microbiota: le molteplici origini di una sindrome complessa

by Alfredo Vannacci

La preeclampsia è una delle principali complicanze della gravidanza, caratterizzata da ipertensione e danno d’organo. Nonostante sia nota da secoli, le sue cause rimangono in parte misteriose. Un recente studio pubblicato sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology fa il punto sulle attuali conoscenze riguardo l’eziologia di questa sindrome.

I ricercatori evidenziano come la preeclampsia non abbia un’unica causa, ma sia il risultato di molteplici fattori che convergono attivando una “via comune” caratterizzata da:

  1. Disfunzione delle cellule endoteliali dei vasi sanguigni
  2. Infiammazione intravascolare
  3. Stress del sinciziotrofoblasto placentare

Tra le principali cause identificate troviamo:

  • Ischemia utero-placentare: un ridotto afflusso di sangue alla placenta sembra essere un fattore chiave, soprattutto nella preeclampsia ad esordio precoce
  • Infezioni materne: sia infezioni del cavo orale (parodontite) che sistemiche (es. COVID-19) sono state associate ad un aumentato rischio
  • Disbiosi intestinale: alterazioni del microbiota intestinale materno potrebbero predisporre alla sindrome
  • Diabete gestazionale e obesità: aumentano notevolmente il rischio, probabilmente attraverso meccanismi infiammatori
  • Disturbi del sonno: apnee notturne e russamento sono fattori di rischio
  • Gravidanza molare: l’eccessiva crescita del tessuto placentare può causare preeclampsia
  • Malattie fetali: alcune patologie del feto possono indurre la sindrome nella madre
  • Meccanismi autoimmuni: in particolare anticorpi contro i recettori dell’angiotensina II
  • Invecchiamento placentare: una senescenza precoce della placenta potrebbe essere coinvolta
  • Incompatibilità immunologica materno-fetale: un’inadeguata tolleranza immunitaria verso il feto può portare a preeclampsia

Lo studio evidenzia come spesso questi fattori si sovrappongano e interagiscano tra loro. Inoltre, la preeclampsia ad esordio precoce (prima della 34a settimana) sembra avere meccanismi in parte diversi da quella tardiva.

Comprendere meglio le cause di questa sindrome è fondamentale per migliorare prevenzione e trattamento. La ricerca futura dovrà chiarire il peso relativo dei vari fattori e come questi si combinino nel determinare l’insorgenza della preeclampsia nelle singole pazienti.

In conclusione, questo lavoro ci ricorda la complessità della preeclampsia e la necessità di un approccio multifattoriale per comprenderne appieno l’eziologia e sviluppare strategie terapeutiche efficaci.

Leggi il lavoro completo su American Journal of Obstetrics and Gynecology

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