Indagine mondiale sulla morte in utero

by Claudia Ravaldi
CiaoLapo Onlus
CiaoLapo Onlus

L’indagine chiude il 9 Marzo 2015. Avete partecipato e diffuso la notizia? CiaoLapo, da sempre membro dell’International Stillbirth Alliance, partecipa per l’Italia alla nuova indagine mondiale sulla morte in utero i cui risultati saranno pubblicati su un numero speciale della nota rivista medica The Lancet. Chiediamo la partecipazione numerosa di genitori, familiari, operatori e comuni cittadini per rompere il silenzio su questo problema anche nel nostro paese e per sensibilizzare l’opinione pubblica e la sanità con dati attendibili e significativi sul lutto perinatale. #breakthesilence

 


L’indagine chiude il 9 Marzo 2015.
Avete partecipato e diffuso la notizia?


 

Indagine per i genitori

Se sei un genitore colpito da morte in utero clicca qui: http://materresearch.checkboxonline.com/stillbirth-multilanguage-parents.survey 

Indagine per gli operatori

Se sei un operatore della salute perinatale clicca qui: http://materresearch.checkboxonline.com/stillbirth-multilanguage-care-providers.survey

Indagine per i membri della comunità

Se sei un parente, familiare, amico o conoscente di un genitore colpito da morte in utero (o semplicemente un membro della comunità sensibile al problema e che vuole esprimere la sua opinione in proposito) clicca qui: http://materresearch.checkboxonline.com/stillbirth-multilanguage-community-members.survey

 

A cosa serve questa indagine

La nascita di un bambino morto è un evento devastante per i genitori, le famiglie e lo staff sanitario. L’obiettivo dell’indagine è conoscere più a fondo le pratiche culturali, la conoscenza e le opinioni sulla nascita di un bambino morto da parte dei genitori, degli operatori sanitari e dei membri della comunità a livello internazionale.

Ciò consentirà di individuare quali azioni si possono intraprendere per prevenire la morte endouterina e per migliorare l’assistenza ai genitori e alle famiglie che hanno affrontato questo evento, con le modalità più opportune a seconda dei diversi paesi di appartenenza.

In Italia il lutto perinatale è ancora un tabù, e il corretto approccio medico e psicologico a questo evento non è prassi comune nei nostri punti nascita  e nel nostro territorio nazionale. Abbiamo la possibilità di interrogarci sugli aspetti culturali, psicologici e medici relativi alla morte in utero, e fare la differenza per il nostro paese e per le sei famiglie al giorno che partoriscono un bambino senza più vita. Insieme possiamo molto.

 

Chi la promuove

Questo studio è la naturale prosecuzione di quanto realizzato a livello internazionale nel 2011 con The Lancet Stillbirth Series. L’indagine è condotta dalle organizzazioni internazionali membre dell’ISA (International Stillbrith Alliance) per conto di un team di ricerca internazionale, composto da: Vicki Flenady, David Ellwood, Frederik Froen, Jan Jaap Erwich, Alex Heazell, Robert Goldenberg, Yee Khong, Tina Lavender, Aleena Wojcieszek, Fran Boyle, Glenn Gardener, Trish Wilson, Belinda Jennings, Philippa Middleton, Adrian Charles, Hanna Reinebrant, Katy Gold, Fleurisca Korteweg, Beth McLure, Joanne Cacciatore, Susannah Leisher, Lynn Farrales, Claire Storey, Gordon Smith, Dimitrios Siassakos, Jillian Cassidy, Karin Pettersson, Claudia Ravaldi, Alfredo Vannacci, Dell Horey and Ingela Rådestad.

Il centro coordinatore è il Mater Research, Brisbane, Australia (www.reserch.mater.org.au), il principal investigator è Vicki J. Flenady.

Responsabile della ricerca per l’Italia è l’associazione CiaoLapo onlus, sotto il coordinamento di Claudia Ravaldi e Alfredo Vannacci

 

Chi può partecipare

  • Indagine per i genitori: qualunque genitore che abbia avuto un bambino nato morto, purché abbia un’età superiore ai 18 anni. Il questionario è pensato per perdite dopo le 20 settimane di gestazione, ma può essere compilato anche in caso di perdite precoci (in questo caso alcune domande non saranno tuttavia completamente pertinenti).
  • Indagine per gli operatori: qualsiasi medico, ostetrica, infermiere, patologo, psicologo, assistente sociale o altro operatore del settore sanitario coinvolto nell’assistenza alle famiglie colpite da morte endouterina fetale.
  • Indagine per i membri della comunità: tutti i membri della comunità, le persone di supporto, i familiari, amici o colleghi di un genitore che ha avuto un bambino nato morto.

 

Come faccio a partecipare?

E’ sufficiente cliccare il link corrispondente alla tua categoria (genitore, operatore, comunità) che trovi più in alto in questa pagina. L’indagine ha una durata variabile dai 10 ai 30 minuti a seconda della categoria. Troverai ulteriori informazioni e tutte le istruzioni necessarie cliccando il link.

 

NB: i genitori di CiaoLapo che hanno avuto bambini nati vivi ma poi morti dopo la nascita, non possono partecipare all’indagine, in quanto questa riguarda specificamente la morte endouterina. Tuttavia, dal momento che hanno vissuto esattamente alla stessa maniera la realtà che circonda la perdita perinatale, possono partecipare benissimo al questionario della comunità come ‘conoscenti o amici’ di persone colpite da morte endouterina. 

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