L’impatto della morte perinatale sui padri è ancora poco esplorato. Lo facciamo insieme a Luigi, padre e regista, che ci parla del progetto KOI.
La prematurità, insieme alla morte in utero rappresentano due veri e propri allarmi globali. Ogni anno circa 15 milioni di bambini nel mondo nascono prematuri. Un milione di questi bambini non sopravvive. Come associazione che offre sostegno e cura ai genitori dei bambini andati via troppo presto desideriamo portare all’attenzione del nostro paese nella giornata mondiale della prematurità tutti i prematuri e tutti i loro familiari. Vogliamo ricordare e celebrare non solo i prematuri che sopravvivono alla TIN e alla prematurità, ma anche tutti gli altri.
Il 17 Novembre è dedicato anche a loro, ed è proprio per loro che stiamo lavorando ad un progetto importante e innovativo con Luigi e Laura.
Luigi è un papà. Il papà di Samuele. Ha 39 anni e vive a Milano. Lavora come ingegnere ma è fotografo e video maker per vocazione e passione.
Racconti ai nostri lettori il tuo progetto?
Il progetto si intitola Koi. E’ un cortometraggio che affronta il tema del lutto perinatale.
In particolare è la storia di un padre che sogna il futuro con il bambino che lui e la sua compagna stanno aspettando.
La realtà irrompe bruscamente nel sogno quando il bambino nasce troppo presto e non sopravvive. Il padre si troverà allora di fronte al suo dolore e dovrà imparare ad affrontarlo ed elaborarlo a suo modo.
Da cosa nasce Koi?
Nasce da un’esperienza personale. Nel 2013, infatti, la mia compagna Laura e io abbiamo avuto Samuele, un bambino nato prematuro alla ventiquattresima settimana di vita. Samuele è vissuto una settimana.
La mia passione per l’immagine mi ha permesso di esprimere il mio dolore e di percorrere il mio viaggio nel lutto attraverso dapprima la scrittura di una sceneggiatura e poi la messa in produzione di un progetto cinematografico.
In quest’ultima fase c’è stato l’incontro con Claudia e Alfredo di CiaoLapo, che hanno permesso a me e alla mia compagna di trasformare questa idea in un progetto concreto, contribuendo alla produzione con entusiasmo.
Immagino che Koi abbia uno o più obiettivi. Ce li anticipi?
Inizialmente per me scrivere e sceneggiare era solo un mezzo per dare libero sfogo al mio dolore. Adesso, mese dopo mese si è trasformato in qualcosa di più grande. Direi che oggi può essere un modo per dare voce al dolore di tutti i padri che vivono situazioni simili alla mia, perchè spesso i padri una voce non ce l’hanno.
Koi è diventato per me e per la mia compagna un progetto di più ampio respiro, attraverso il quale, con l’aiuto di CiaoLapo, vorremmo portare alla luce un tema che la nostra società considera un tabù e che troppo spesso resta nell’ombra. Quello della perdita perinatale, raccontato attraverso il punto di vista del padre.
Posso chiedere il perché di questo titolo?
C’è una storia che mi lega a questa scelta, una storia che sento molto mia.
Ogni primavera, in Giappone, in uno stagno ai piedi di una cascata si riunisce un gruppo di carpe (in giapponese Koi) che riposano dopo aver faticosamente risalito la corrente.
Il loro riposo è però tutt’altro che tranquillo, perché ogni anno ai bordi dello stagno arriva anche un gruppo di pescatori, ed uno stormo di aquile sorvola le acque in attesa di sferrare il colpo mortale per cibarsi dei pesci. Le poche carpe che riescono a sopravvivere a queste insidie provano a risalire la cascata alla ricerca della salvezza. La leggenda narra che soltanto una di loro riuscirà nell’intento di raggiungere la vetta. E solo quella diventerà dragone.
Ogni anno un gruppo di carpe Koi si ritrova in quello stagno ai piedi di quella cascata, pur sapendo che morte certa le attende e che solo una riuscirà a diventare dragone.
Nella cultura giapponese la carpa è dunque il più coraggioso dei pesci, perché risale a nuoto le cascate e accetta con dignità la morte inevitabile.
Koi quindi rappresenta il voler affrontare il proprio destino lottando con coraggio.
Chi o che cosa è Koi per te?
Koi è nostro figlio, Samuele, che ha percorso il suo viaggio per diventare dragone.
Koi è questo film, che ha intrapreso il suo cammino e spero che diventerà un dragone.
Puoi sostenere il progetto Koi con una donazione (anche minima!!) sul sito di crowdfounding Kickstarter, dove troverai anche tutte le informazioni aggiornate sullo sviluppo del progetto.
Sostieni il progetto KOI su Kickstarter
Gli inizi del progetto KOI:
“Buongiorno, prima di tutto vi ringrazio per questo forum che avete creato. Ottimo supporto.
Con Luigi e Laura, grazie a Luigi e Laura, abbiamo gettato le basi per raccontare ciò che forse non si può dire, o piuttosto non si vuole ascoltare.
Dopo uno primo contributo nel 2015, abbiamo anche attivato nel 2016 una raccolta fondi dedicata, per poter fare tutte le rifiniture: hanno aderito molte famiglie, dall’Italia e anche dall’estero, e questo ci ha consentito di terminare il progetto, che presto potrà finalmente essere visto, in un primo special event online aperto a tutti.
Koi è uno splendido lavoro. Lo dico da madre con esperienza diretta di lutto perinatale e di lutto nei padri, lo dico da psicoterapeuta e da ricercatrice.