CiaoLapo Onlus presenta ‘Madri Sospese’, il nuovo progetto fotografico da noi sostenuto, in collaborazione con la fotografa Alessandra Fuccillo.L’idea è quella di fotografare le mamme che si offrono volontarie pr narrare con le immagini ciò che è difficile udire con le orecchie.
Prossimo appuntamento a Mestre, presso la Torre Civica, in collaborazione con la Associazione Culturale Anadiomene dal 27 Febbraio al 6 Marzo 2016.
Bellezza è l’eternità che si contempla in uno specchio; e noi siamo l’eternità, e noi siamo lo specchio.
(Khalil Gibran)
Ci confrontiamo con una società piena di tabù, sulla nascita e sulla morte.
Alcuni di questi tabù, sul vivere e sul morire influenzano pesantemente il modo in cui ognuno di noi affronta un evento di perdita e riceve sostegno per quell’evento. Nella nostra cultura il tabù sul lutto è una regola non scritta, ma normalmente applicata. Migliaia di donne raccontano del silenzio che le avvolge dopo un lutto perinatale. Così stretto, quel silenzio, da divenire soffocante. Da divenire malattia. Chi ha vissuto l’esperienza del lutto sa quanto sia forte il bisogno di narrarsi e di narrare, specialmente dopo i primi momenti di incredulità e confusione. Molto spesso questo bisogno non è riconosciuto, ed è anzi osteggiato con fermezza. Perchè il tabù dice che se ne parli, allora stai male. E, sempre il tabù dice, che non si può stare male, e che bisogna reagire, dimenticare, dare tempo al tempo.
E il silenzio, nel frattempo, lavora dentro, e scava gallerie profonde e contorte.
Come sempre diciamo, vogliamo infrangere questo tabù, offrendo alla nostra società impaurita e distratta qualche occasione per guardare ai genitori in lutto in modo originale, non stereotipato, autentico. Riteniamo che un buon modo per infrangere il tabù che circonda la morte prenatale e perinatale sia utilizzare la bellezza. E ci viene facile, perchè le nostre storie di lutto, sono state ancora prima storie d’amore. E le storie d’amore, sono, di per sè, bellezza.
Da sempre promuoviamo la consapevolezza culturale e il cambiamento psicosociale anche attraverso l’arte.
La fotografia è una delle tante espressioni che possiamo utilizzare per narrare le nostre storie, rendendole dicibili.
Siamo quindi orgogliosi di promuovere il nostro secondo progetto fotografico, dopo Piccoli Principi di Giovanni Presutti.
Ve lo raccontiamo, orgogliosi, attraverso le parole dell’autrice, Alessandra Fuccillo.
“Sono una mamma come tante altre e quello che mi è capitato è successo a moltissime donne. Ho due ferite sul cuore che si sono trasformate in bellissime note musicali, ma ancora oggi non posso toccare e vedere i miei figli ogni giorno, posso solo immaginarli, creare spazio e serenità per loro. Sono grata però a tutte le persone che mi hanno aiutata in questo cammino aspro e duro e il progetto fotografico che segue è una restituzione, un simbolo di gratitudine universale che ho nei confronti di tutte le persone che mi hanno riportata nella luce dopo che i miei bambini sono svaniti. Sono una fotografa professionista e mi occupo principalmente di ritratti di famiglie e di fotografia commerciale e artistica. Ho fondato lo studio fotografico CameraOff nel 2009 da sola ma oggi posso contare sulla collaborazione di alcuni validi colleghi. Dal 2005 espongo progetti artistici personali. Il progetto fotografico Madri sospese ha come obiettivo principale una mostra fotografica che potrà girare per l’Italia e che si comporrà di circa 30 immagini che saranno stampate su pannelli in forex, che misureranno circa 70x50cm. Il titolo nasce da una prima considerazione che spesso viene sottovalutata: siamo già madri, dal momento stesso in cui leggiamo il risultato del test di gravidanza e lo siamo nonostante i nostri bambini non ci siano più. Per me è stato difficile ammetterlo e comprenderlo, perché, come molte altre mamme, mi sentivo inadeguata alla maternità, sentivo di essere in difetto, sentivo come se “dentro di me la vita non potesse fluire”, come mi ha detto una delle mamme che ha collaborato attivamente al progetto. Ho aggiunto l’aggettivo “sospese” perché corrisponde alla sensazione che ho provato, in primo luogo per il vuoto percepito e in secondo luogo per le opinioni che venivano dall’esterno: mi riferisco a quel senso di ingiustizia che si prova quando molti danno per scontato che non sei una madre e che basterà riprovare per dimenticare; tutte le mamme che hanno vissuto la mia esperienza sanno quanto siano sbagliate queste considerazioni e quanto facciano male. Trovo straordinaria la capacità di rinascita delle madri che ho conosciuto e che danno speranza anche a me di potere affrontare una nuova gravidanza e di portarla anche a termine.
L’idea è quella di fotografare le mamme che si offrono volontarie avendone prima ascoltato la storia; in tutti i dialoghi che ho avuto con le mamme sono nate delle bellissime immagini che abbiamo insieme trasformato in fotografia. Non per tutte la fotografia che ne risulta simboleggia una rinascita, perché c’è assoluta libertà di espressione. Nel mio caso, per esempio, c’è un autoscatto che si rifà al momento di vuoto assoluto provato nella fase iniziale del lutto. Alcuni scatti sono stati pensati e realizzati in studio, altri in casa e altri nella natura. Infine questo progetto ha l’obiettivo di farmi vivere una catarsi e di offrire la possibilità ad altre mamme di provare la stessa sensazione di “leggerezza” che provo io stessa quando mi vedo da fuori in una fotografia che porta con sé dolore, speranza, bellezza, vita e morte.”
Grazie a tutte, come sempre.
Aggiornamento 16.02.16
Il progetto fotografico è stato completato e sarà presentato in diverse occasioni in tutta Italia. Il primo appuntamento è a Mestre, presso la Torre Civica, in collaborazione con la Associazione Culturale Anadiomene dal 27 Febbraio al 6 Marzo 2016.