L’automutuoaiuto nel lutto perinatale: il modello di CiaoLapo

by Claudia Ravaldi

Il gruppo di automutuoaiuto per il lutto perinatale (GAMA) è uno spazio protetto di dialogo e condivisione in cui si incontrano genitori singoli o in coppia dopo la perdita del bambino in epoca perinatale, ossia dal concepimento fino ad un anno dopo la nascita. L’obiettivo del gruppo è condividere risorse e strumenti per affrontare l’elaborazione del lutto perinatale e fronteggiare le più comuni insidie legate a questo processo.

Il gruppo di automutuoaiuto per il lutto perinatale è uno strumento di elaborazione del lutto attraverso la condivisione con altre persone che hanno in comune la sofferenza per la perdita  di un bambino in gravidanza o dopo la nascita (ad esempio per aborto spontaneo, morte in utero, interruzione di gravidanza per patologia, grave prematurità, patologia neonatale, SIDS, etc).

La partecipazione al gruppo prevede la condivisione della propria esperienza di lutto con gli altri partecipanti e la condivisione del processo di elaborazione del lutto nella quotidianità. Al gruppo possono partecipare le donne, i partner e le coppie con esperienza di perdita durante la gravidanza e dopo la nascita, indipendentemente dalla causa che ha portato alla morte del bambino atteso, indipendentemente dall’età gestazionale o dall’età del neonato: il focus del gruppo di automutuoaiuto per il lutto perinatale è la condivisione del lutto e del processo di elaborazione.

Per accedere al gruppo sono previsti due colloqui: uno con le operatrici di CiaoLapo, Cristina P. e Lucia e uno di ingresso con i facilitatori del gruppo AMA di riferimento: puoi chiedere informazioni a questa mail.

Del modello di automutuoaiuto promosso da CiaoLapo parlano oggi la dottoressa Claudia Ravaldi (CR), fondatrice di CiaoLapo e la dottoressa Cristina Fiore (CF), collaboratrice di CiaoLapo, referente per le attività dell’associazione in Liguria e co-costruttrice del modello per il GAMA.

Quando ha iniziato CiaoLapo ad occuparsi di automutuoaiuto e in che modo se ne occupa?

CR: CiaoLapo si occupa di automutuoaiuto nel lutto perinatale dal 2007; in tutti questi anni abbiamo:

  • curato  diversi progetti di automutuoaiuto per donne e coppie colpite da lutto perinatale;
  • promosso attività di automutuoaiuto per donne e coppie alle prese con una gravidanza successiva ad una perdita;
  • svolto gruppi di automutuoaiuto sia  online che vis a vis: siamo partiti da una chatroom all’interno del nostro sito internet, siamo passati ad occupare gli spazi fisici di biblioteche e saloni comunali, per tornare poi sulle piattaforme come zoom o meet durante la pandemia;
  • abbiamo messo a punto un modello pionieristico (i primi gruppi specifici in Italia per questo tipo di lutto) e prototipico (abbiamo messo a punto un modello su basi teoriche e esperienziali che oggi stiamo riproducendo in numerose realtà italiane).
  • abbiamo formato alla facilitazione dei gruppi di automutuoaiuto oltre 100 facilitatori, tra peer e professionisti

Come sono nati i GAMA di CiaoLapo per il sostegno al lutto perinatale? A cosa si ispirano?

CF: I gruppi di automutuoaiuto  di CiaoLapo sono nati dall’incontro di Claudia Ravaldi e Cristina Fiore dopo anni di studio e di lavoro sul campo: condividendo le loro precedenti e ricche esperienze professionali di gestione di gruppi di psicoterapia, psicoeducazione, ascolto, e accompagnamento alla genitorialità, unite a vari modelli teorici di rifermento, Claudia e Cristina hanno confezionato un nuovo modello di automutuoaiuto, che prima non c’era. Fino al 2008, i gruppi di automutuoaiuto per il lutto perinatale in Italia non esistevano e le persone colpite da questo tipo di perdita non avevano riferimenti concreti per condividere le loro esperienze in ambienti protetti e salutogenici.

I gruppi di automutuoaiuto di CiaoLapo per i genitori colpiti da lutto perinatale sono uno spazio in cui prendersi cura in modo efficace ed empatico dei genitori in lutto , utilizzando la forza intrinseca dei gruppi di automutuoaiuto unita con perizia agli strumenti dei gruppi di ascolto e di sostegno, in modo da cor-rispondere alla complessa realtà del lutto perinatale.

Cosa vuol dire gruppo di automutuoaiuto?

CR: la definizione corretta è questa: I gruppi di automutuoaiuto sono formati da persone che condividono problemi o esperienze comuni e si incontrano per dare e ricevere sostegno. I gruppi di automutuoaiuto rappresentano un tipo speciale di coping comunitario, in cui le persone accomunate da una stessa condizione imparano a far fronte alla complessità insieme. I gruppi di automutuoaiuto possono accelerare il processo di coping e ridurre il senso di inadeguatezza, di stigma e di isolamento. Durante i periodi di stress e difficoltà emotive, sapere che altri hanno problemi simili e condividono apertamente difficoltà e risorse può essere infatti estremamente rassicurante. Inoltre, vedere migliorare i problemi degli altri può essere fonte di speranza e motivazione. 

CF: In questi anni di studio dell’automutuoaiuto, in Italia e in altri paesi,  è tuttavia emerso un quadro assai variopinto e disomogeneo di automutuoaiuto, spesso difficile da comprendere, leggere e interpretare: sotto la dicitura automutuoaiuto oggi possiamo veramente trovare di tutto, anche cose lontanissime e tra loro e non sovrapponibili, dai gruppi telegram autogestiti agli incontri in parrocchia. Questa dismogeneità, unita ad una diffusa mancanza di chiarezza possono spaventare le persone, creare aspettative irrealistiche e alimentare i pregiudizi culturali sui gruppi di automutuoaiuto  e sull’elaborazione del lutto. È invece molto importante che le persone colpite da lutto perinatale sappiano cosa è e come funziona l’automutuoaiuto e perchè è importante che l’ambiente di condivisione sia protetto, così da fare scelte consapevoli.

Perchè ogni gruppo di automutuoaiuto secondo il modello di CiaoLapo ha un facilitatore e un co-facilitatore formati?

CR e CF: Purtroppo tante realtà si discostano ampiamente dai modelli che regolano l’automutuaiuto nel lutto, soprattutto per quel che riguarda la struttura del gruppo e la formazione del facilitatore. Durante la pandemia, con il pullulare dei servizi online, ci siamo rese conto che spesso tra dire “facilito un gruppo di automutuoaiuto” e fare davvero il facilitatore di un gruppo di automutuoaiuto c’è un abisso: lo stesso che c’è tra “fare per fare” e “fare bene il bene”.

Secondo noi, quando si entra  in contatto e si maneggia una sofferenza così profonda e una ricostruzione di sè così laboriosa e delicata,  come quella delle donne e delle coppie colpite da lutto perinatale, è imperativo avere responsabilità, competenza, preparazione e, soprattutto grande cautela: le persone in lutto sono vulnerabili, abbiamo purtroppo visto numerose volte che una cattiva facilitazione può causare ulteriori dolori e difficoltà in persone già ampiamente provate, rallentare il processo di elaborazione o aggiungere fastidi, incomprensioni o sofferenze.

Dobbiamo ricordare che il gruppo funziona perchè smuove le emozioni, i problemi e le risorse, attivando emozioni e cor-rispondenze,  sia nei facilitatori che negli utenti. Il facilitatore è immerso in un circolare turbinio di vissuti costellato da importanti picchi emozionali e l’utente, in questo circolare turbinio, apre alla sua storia e accoglie la storia degli altri in questa, sentendosi compreso e riassorbito, ma anche un po’ sballottato e risucchiato per l’intensità di tutte le emozioni provate. La facilitazione non è dunque soltanto disporre le sedie in cerchio, salutare, riempire a turno un tempo di parole, nè mettere 50 persone nello stesso gruppo telegram o whatsapp, riempiendo lo spazio di frasi fatte o di emoticon. Si tratta, piuttosto, di navigare attraverso il turbinio, mantenendo la rotta e la barra dritta per sè in quanto facilitatori e per il gruppo, finché non sono i membri stessi del gruppo, uno dopo l’altro, a imparare a navigare nel turbinio e tenere la rotta per tutti.

 

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