Cosa posso fare come amica quando una mia amica perde il suo bambino.
Nell’immaginario collettivo la gravidanza è un momento storico pieno di euforia, progetti e felicità per i genitori in attesa e per i loro familiari e amici.
E lo è, nella maggior parte dei casi, grazie ai notevoli progressi sociali, sanitari, ed economici, che hanno permesso, decennio dopo decennio, una drastica riduzione degli eventi avversi e una maggiore tutela della salute materno infantile.
Quando una donna annuncia alle amiche la sua gravidanza questo “evento” non è mai un evento neutro, privo di reazioni, per nessuna delle persone intorno alla donna.
La gravidanza è un evento profondamente trasformativo per la donna, e in misura certamente minore, ma non trascurabile, trasforma anche le relazioni che la donna vive, all’interno della coppia, tra gli amici e i familiari.
Adattarsi a questi cambiamenti non è né facile né scontato. Sono molte le amicizie che per vari motivi “intorno” alla gravidanza e alla nascita entrano un po’ in crisi.
Sono per fortuna molte anche le amicizie che si rinsaldano, soprattutto grazie alla condivisione di esperienze simili nel medesimo periodo storico.
La gravidanza fisiologica di per sé porta cambiamenti nel mondo interno ed esterno della donna e della coppia: immaginiamoci cosa accade quando quel viaggio trasformativo si interrompe con la morte del bambino atteso.
Immaginiamoci cosa accade, dentro la mente della donna, della coppia e subito al di fuori, alle relazioni con amici e familiari, quando la morte dell’embrione, del feto o del neonato cambia lo scenario, e improvvisamente non c’è più nessun bambino da aspettare con gioia.
Lo cambia per tutti, nessuno di coloro che hanno una relazione significativa con la donna e la coppia in lutto può restare in una posizione neutrale rispetto all’evento di perdita.
Il lutto perinatale (definiamo lutto perinatale, il lutto intorno alla nascita, dal concepimento alla conclusione dell’esogestazione) è un lutto sociale e collettivo, perchè tocca tutti, coppia, amici e parenti, in un momento storico di creatività, apertura alla vita e attesa.
Se il lutto, a vari livelli e con diverse declinazioni, tocca tutti coloro che vicino alla coppia aspettavano il bambino, è evidente che siamo tutti chiamati a riflettere sull’impatto di questa perdita per noi stessi, e soprattutto per i genitori direttamente colpiti.
Ecco quindi alcuni dei principali bisogni dei genitori alle prese con la voragine del lutto perinatale
In un momento di profondo smarrimento e dolore i genitori hanno bisogno di sentire la presenza discreta ma reale di amici e parenti.
Hanno bisogno di sostegno emotivo (non di consolazione, o di distrazioni, a meno che non siano espressamente richieste da loro), hanno bisogno di sapere che per voi quel bambino vale e conta, come vale e conta per loro.
Hanno bisogno di sapere che non pensate sia folle dare un nome a un embrione o a un feto nato morto. O che se lo pensate, che siete così gentili da resistere alla tentazione di dirglielo, poche ore, poche settimane o pochi mesi dopo l’aborto.
Hanno bisogno di essere coccolati, di sapere che ci siete comunque, e che non vi arrabbierete se loro non risponderanno a nessun sms e a nessuna chiamata per un tempo che vi sembrerà infinito.
Hanno bisogno di sapere che no, non li ritenete maleducati, perchè disertano la rimpatriata con gli amici nel giorno della loro data presunta del parto.
Hanno bisogno di sapere che sapete che l’ultimo loro pensiero è festeggiare il capodanno in modo convenzionale.
Hanno bisogno di sentirvi chiedere: mi dici a chi somigliava Lapo/Leonardo/Alice?, e di sentirvi sinceramente interessati alla breve vita del loro bambino.
Hanno bisogno di onestà: mi dispiace, ma non so proprio cosa dirti, è molto più apprezzato che una qualsiasi frase fatta, detta perchè non si ha nulla da dire.
Hanno bisogno di sapere che voi ci siete stati alla cena dell’annuncio della gravidanza, ci siete stati alla festa del babyshower, e ci sarete anche alla funzione in memoria di quel bambino, o alla festa in suo onore per il 15 Ottobre (cosa è il 15 ottobre)
Hanno bisogno di sapere che possono contare sul vostro rispetto. E che saprete chiedere con gentilezza e autentico interesse quando non capirete perchè scrivere su CiaoLapo fa piangere ma fa stare bene.
Hanno bisogno di sapere che con la morte del loro bambino, non sono morte anche tutte le loro relazioni importanti. Probabilmente vi testeranno, su questo.
Testeranno la vostra resistenza, come fanno tutte le persone dilaniate dal dolore che per molto tempo perdono la fiducia nel mondo e nell’affetto. Anche nel vostro.
Avere come amici i genitori in lutto è difficile (faccio pubblica ammenda per quelle amiche che io stessa ho maltrattato, colpevoli di non capirci nulla di lutto perinatale e ostinate nel rivolermi come prima: non si può tornare come prima, ma se ci date fiducia, possiamo persino tornare meglio, di come eravamo).
Avere come amici genitori in lutto è anche una responsabilità sociale.
Perchè una donna su sei perde il suo bambino durante la gravidanza in Italia, una su dieci riceve una diagnosi di infertilità, e solo una su quattro di quelle che affronteranno trattamenti e cure potrà avere un bambino vivo.
Sapere come funziona in linea di massima questo lutto, sapere cosa può aiutare e cosa invece no, è utile e fa bene a tutti.
Vi dono le magnifiche parole di Donatella, che ringrazio dal profondo del mio cuore.
“Leggere i post mi ha permesso di avvicinarmi maggiormente alle emozioni di chi subisce un lutto di questo tipo e ora capisco quanto siano vuote certe frasi, che inevitabilmente viene da dire, forse per paura del dolore dei genitori.
Minimizzare la perdita per cercare di aiutare, può solo fare peggio.
Quindi grazie per avermi in qualche modo istruita a tacere e ad ascoltare.”
Donatella