“Una donna non dimentica come è stata trattata durante la sua gravidanza, al momento del parto e dopo il suo parto. Mai”. Il 25 Novembre ricorre la giornata per contrastare ed eliminare tutte le violenze contro le donne, compresa la violenza ostetrica, un argomento tabù che mina il benessere di migliaia di donne, coppie e operatori sanitari.
Non dimentichiamo, quando l’assistenza è stata impeccabile, calda, rispettosa e noi a distanza di anni ricordiamo con gratitudine l’esperienza che abbiamo fatto e le persone che ci hanno accompagnato.
Non dimentichiamo quanto siamo cresciute come persone, grazie a quel calore e quel rispetto, e non dimentichiamo i doni generosi che ci ha lasciato, quell’esperienza rispettata e dunque così profondamente trasformativa.
Non dimentichiamo, quando l’assistenza è stata critica, fredda, irrispettosa: non dimentichiamo le parole, le espressioni dei volti e dei corpi, i gesti di stizza, impazienza o disprezzo. Non dimentichiamo, perché noi mammiferi siamo programmate e programmati per ricordare a menadito tutte le situazioni di grande stress, così da poterne uscire, vivi.
Non dimentichiamo, nemmeno quando vorremmo dimenticare e interrompere il flusso amaro che accompagna i nostri ricordi.
Non dimentichiamo, nemmeno quando, per proteggerci dall’angoscia, il nostro cervello relega i ricordi traumatici in un angolo buio della nostra memoria, aspettando il giorno in cui, magari, saremo più forti e in grado di ricordare senza frammentarci in mille briciole.
Non dimentichiamo, e certe volte cerchiamo di sdrammatizzare, banalizzare, cambiare argomento, di ricordare solo un po’ senza ricordare tutto: è l’effetto che fa l’essere state violate, il bisogno di fuggire da noi stesse, per tenersi lontano dalle sensazioni fisiche, dalle emozioni e dai pensieri oscuri del trauma, che scavano voragini profonde in tutte e tutti.
Non dimentichiamo: vale sempre, vale per tutte, perché gravidanza, parto e puerperio sono normalmente momenti di profondi cambiamenti e di intenso stress: noi mammiferi, noi esseri umani, durante i momenti di stress, siamo al tempo stesso più bisognosi di sostegno, cura e sicurezza e più vulnerabili ai maltrattamenti.
Il ricordo è ancora più greve in caso di cattiva assistenza all’aborto, spontaneo o volontario, alla morte in utero o perinatale. Quando la perdita e il maltrattamento si incontrano, non nasce niente di buono: l’esperienza di aborto o morte perinatale associata a cure non rispettose non è più “solo” una perdita, un lutto, ma diventa anche un trauma.
Gestire in contemporanea l’effetto traumatico della perdita e la traumatizzazione secondaria data dalla cattiva assistenza è una sfida troppo grande per essere vinta in poche mosse: e infatti, molte donne/coppie vanno incontro a molteplici difficoltà nell’elaborazione dei loro lutti, per anni, e a numerose spese, per curare la loro salute mentale. L’origine del lutto complicato o prolungato, l’origine dei sempre più frequenti disturbi post traumatici da stress in ambito perinatale sono molto spesso promossi da cause iatrogene (anche definite “trauma indotto dal sistema”) che potremmo prevenire con grande facilità, se solo i nostri sistemi sanitari riconoscessero l’importanza della formazione degli operatori e della respectful care per tutte le donne in attesa, in tutte le gravidanze, in tutte le situazioni, comprese quelle di perdita.
La violenza ostetrica è un trauma indotto dal sistema che potremmo facilmente prevenire.
Facciamolo, insieme.
In allegato il testo della nostra campagna educativa, attiva dal 2022.