Racconti dei giorni nostri e racconti futuristici, del mondo che verrà.
Accettazione del pronto soccorso di ostetricia e ginecologia, in una città italiana, ai giorni nostri. (dai racconti delle donne).
“Sono Marco Rossi, ho 40 anni, sono commerciante, lei è mia moglie Maria Bianchi 37 anni, siamo qui per delle perdite, Maria è incinta di poche settimane.
Come dice? Altre gravidanze? Ah sì, siamo già genitori.
Come dice? Quanti figli? 4.
Quanti parti? Nessuno.
Silenzio imbarazzato dello specializzando. Sguardo stupito e perplesso del primario di ginecologia. Occhi al cielo dell’ostetrica, dopo tre turni al pronto soccorso in due giorni, le sciarade e gli indovinelli, no, non fanno per lei.
Come nessuno? indaga, il primario.
Nessuno, i miei figli sono morti al terzo mese di gravidanza. Abbiamo fatto il raschiamento.
Ah, ma allora si tratta di poliabortività!
Quelli non contano come figli, metti zero. – dice il primario, all’ostetrica, che tira una riga alla casella figli calcando con la penna.
Marco stringe la mano a Maria, che ha le labbra strette e il viso pallidissimo, come di chi sa, e non vorrebbe sapere.
Ha le perdite, signora? – il primario si alza dà le spalle alla coppia e avvicinandosi al lettino dell’ecografia, si infila i guanti.
E vediamo allora se pure questo fa come gli altri 4.
….
Racconto futuristico
Accettazione del pronto soccorso di ostetricia e ginecologia in una città italiana, tra qualche anno.
“Sono Marco Rossi, ho 40 anni, sono commerciante, lei è mia moglie Maria Bianchi 37 anni, siamo qui per delle perdite, Maria è incinta di poche settimane.
Come dice? Altre gravidanze? Ah sì, siamo già genitori.
Come dice? Quanti figli? 4.
Quanti parti? Nessuno.
Silenzio partecipe dello specializzando che alza lo sguardo dalla cartella e si sintonizza sulla coppia, guardando in modo incoraggiante sia Marco che Maria.
Sguardo interrogativo e interessato del primario di ginecologia, che posa il telefonino e si avvicina con la sedia al bordo della scrivania flettendo il busto verso la coppia.
Occhi alzati verso la donna dell’ostetrica, sguardo di comprensione e di fiducia: è stanca, Luisa, dopo tre turni al pronto soccorso in due giorni, ma sente che questa coppia ha da dire cose difficili e dolorose.
Come, nessun parto, Marco? Maria, può spiegarci meglio? Le va? – chiede, il primario. Luisa intanto scivola dalla sua postazione e si mette al bordo della scrivania, tra il primario e la coppia, come a fare da ponte.
Non abbiamo fatto in tempo a partorire, sa? Purtroppo, nessuno dei miei figli è arrivato al quarto di gravidanza. Abbiamo fatto 3 raschiamenti. – dice Maria, guardando per terra.
Quindi se ho capito bene erano tre gravidanze di cui una gemellare?
-Sì dottore – Marco abbozza un sorriso, stringe la mano di Maria, che ha le labbra serrate e pallide.
Allora scriviamo 3 gravidanze, di cui una gemellare, interrotte alla 12 settimana, Luisa.
E per queste perdite avete già fatto degli esami? Avete ricevuto indicazioni da seguire per questa nuova gravidanza?
– Ci hanno detto che solo se andava male questa, avremmo dovuto indagare; speravamo che andasse bene, e invece….- Marco si stringe nelle spalle e li guarda, come solo un padre che sa, e vorrebbe non sapere, guarda i medici e gli operatori in ospedale.
– Marco, Maria, questo potrebbe essere un quadro di poliabortività che comunque dovremmo tenere in considerazione, perchè lievi perdite nel primo trimestre possono anche essere ritenute normali, però dopo 4 bimbi persi è opportuno essere cauti e fare un passo alla volta. (rivolto allo specializzando: vai a prendere la cartella ostetrica del centro gravidanze a rischio, che così prendiamo appuntamento alla signora)
Marco e Maria alzano lo sguardo e lasciano andare le spalle, rimaste chiuse in una morsa fin dall’ingresso in ospedale. Si sentono compresi. Si sentono rispettati nel loro doloroso percorso. Possono affidarsi e affrontare la visita, sanno di essere in buone mani.
Adesso ditemi un pò a che settimana siete, se avete già fatto un ecografia in questa gravidanza, se si è già visto il cuoricino del bimbo e soprattutto se il decorso è simile alle gravidanze precedenti, poi procediamo con la visita, tenendo conto di tutto quello che ci siamo detti fino ad ora.
Arriverà un giorno in cui il genitore senza figli (vivi) riceverà il dovuto rispetto per il suo vissuto e potrà essere libero di esprimere la sua genitorialità così difficile da comprendere e rispettare ai giorni nostri.
Per tutti i Marco e Maria che ho incontrato.
Per tutti i “genitori senza figli” e per tutti gli operatori venuti dal futuro, che anche ai giorni nostri, accolgono le coppie con rispetto e sapienza.